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Forse non tutti sanno, però, che l’insonnia e in generale i disturbi del sonno aumentano il rischio di soffrire di demenza. A dirlo è uno studio pubblicato su Jama Neurology.
Lo studio
Le università del Massachusetts e del Texas hanno lavorato a una ricerca congiunta, per dimostrare come l’avanzare dell’età impatta sul sonno. E come, i disturbi dello stesso, incidono sul manifestarsi della demenza.
Con l’invecchiamento, il sonno profondo e ristoratore – quello che rimuove i cataboliti del metabolismo cerebrale e consolida memoria e funzioni cognitive – diminuisce. Questo, però, è un problema: le persone tra i 50 e 70 anni che soffrono d’insonnia cronica hanno il 30% di probabilità in più di essere affette da demenza senile. Perdere il sonno si traduce nella morte del 25% delle cellule neuronali, e danneggia in modo irrimediabile il sistema nervoso.
Come prevenire
Cosa fare, dunque? Una cura definitiva per l’insonnia non c’è. Piuttosto, bisogna intervenire sulle cause dei disturbi del sonno (anche perché, secondo le stime, entro il 2050 a soffrire di demenza senile saranno 153 milioni di persone): le alterazioni, infatti, precedono la demenza. Non è il contrario, come spesso erroneamente si crede. Fondamentale è dunque rivolgersi ad uno specialista, che possa aiutare a ristabilire una qualità e una quantità di sonno adeguate.
Un buon riposo notturno rallenta il declino cognitivo, e aiuta il sistema immunitario grazie all’aumento durante la notte di citochine e immunoglobuline (mentre le cellule immunitarie raggiungono i livelli più elevati nelle prime ore della sera, e i livelli più bassi al mattino). Se questo meccanismo si interrompe per via di una scarsa qualità del sonno, si creano le condizioni ideali per lo sviluppo di malattie neurodegenerative.
Senza contare che, dormire bene e a sufficienza, tiene lontane anche le malattie infettive. Secondo uno studio dell’Università della California, chi dorme poco e male è più portato a soffrire di sinusiti e raffreddori.
Ma com’è il sonno negli anziani? In genere, gli over 65 si addormentano più tardi, hanno un sonno più frammentato e tendono a dormire di più durante il giorno. Chi soffre di Alzheimer, invece, subisce un’alterazione del ciclo sonno-veglia del 66%, soffrendo di risvegli notturni frequenti, irrequietezza serale, sonno diurno e difficoltà ad addormentarsi.