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19 Giugno 2024Quando una persona diventa anziana, è possibile che la sua memoria venga a meno, che abbia difficoltà a compiere le azioni quotidiane, che dimentichi la strada di casa, ma che si ricordi perfettamente fatti accaduti molti anni fa. Inevitabilmente, quindi, ci si chiede se soffra di Alzheimer. Cosa fare, in quel caso?
Cause e diagnosi dell’Alzheimer
Effettivamente, il decadimento cognitivo – e dunque la perdita della memoria recente – può essere causato dall’atrofia cerebrale originata dall’Alzheimer ma anche da ictus cerebrali. Che, talvolta, possono coesistere dando origine a una demenza mista. Non solo: il declino cognitivo segue tipicamente un episodio di confusione mentale acuta, che può essere dovuto anche a una brutta influenza. E le percentuali di chi ne soffre sono elevate: si passa dall’1% di probabilità nella fascia 65-69 anni, al 40% della fascia 85-89 anni.
Fondamentale è però che venga diagnosticato. Per effettuare la diagnosi di Alzheimer è necessario portare l’anziano da un geriatra o un neurologo specializzato nello studio di demenze, che effettui una valutazione neuropsicologica e che prescriva una TAC o una risonanza magnetica nucleare encefalica diretta. In caso di dubbio, è possibile ricorrere anche a tecniche di studio del metabolismo cerebrale (Pet/Ct cerebrale con glucosio marcato) o di marcatura dei depositi di proteina amiloide nel cervello. Infine, il paziente verrà sottoposto ad esami ematici (Tsh; vitamina B12; acido folico), per escludere la presenza di demenza reversibile.