Può capitare che, nella sua vita, un bimbo si trovi a dover fare i conti con la malattia d’una persona cara. E, spesso, quella persona è proprio un nonno. Del resto, gli anni che separano le due generazioni sono molti, ed è – l’invecchiare di un nonno – il primo confronto che un bambino ha col passare del tempo. È dunque fondamentale che questo argomento mamma e papà lo affrontino con i propri figli. È fondamentale che, senza paura, si parli insieme a loro di morte e di vecchiaia. Con semplicità, e senza censurare le proprie emozioni.
Ma come si aiuta un bambino ad affrontare la malattia del proprio nonno o della propria nonna? Innanzitutto, è bene raccontare cos’è la vecchiaia. Un anziano non è un vecchietto (termine che, peraltro, secondo alcuni psicologi lederebbe la dignità della persona): è il depositario del sapere della comunità, è un insieme d’esperienze, racconta agli occhi quel misterioso e sottile confine che c’è tra la vita e la morte. E se vedere un anziano che perde le sue forze o la sua memoria è doloroso, per un nipote – ancor più che per un figlio – è una fase di crescita emozionale, psicologica e spirituale.
Non bisogna allontanare un bimbo dal nonno malato, nella speranza che in questo moda non soffra: è importante, per i nonni, avere a fianco i loro nipotini. Ma è importante anche per un bambino imparare a confrontarsi con la vecchiaia e con la malattia, con il passare del tempo e col dolore. Bisogna però chiedergli, sempre, come si sente. Bisogna invitarlo ad esprimere le sue emozioni, senza forzarlo. Anche perché, un bambino piccolo, nella maggior parte dei casi vive ciò che gli succede e le emozioni che ne conseguono con una saggezza e un’apertura che gli adulti non hanno. Ovviamente non si dovrà chiedere ad un nipote di sostenere fisicamente un nonno malato, ma di stargli vicino a livello emotivo.
Fondamentale, poi, è essere sinceri. Se il nonno si ammala di Alzheimer, è importante spiegare al bambino che ha un problema alla sua memoria e che se talvolta non si ricorda le cose o ha comportamenti strani, è proprio per la sua malattia. Anche perché può capitare che una persona affetta da patologie che colpiscono la memoria possa non riconoscere una persona cara, o pronunciare frasi molto dure. Spiegare ad un bambino che il nonno non è diventato cattivo, e che non è vero che non gli vuole più bene, è essenziale per evitargli un dolore.
Castano Primo, li 17/11/2020
Nella prima ondata pandemica (febbraio-maggio 2020) la nostra RSA è riuscita mantenere immune la struttura e limitare i disagi relativi al Covid19.
In data 12 Novembre 2020, all’interno delle rigide procedure di controllo sanitario, sono emersi 3 casi di positività tra gli ospiti, subito isolati secondo i protocolli di lavoro.
Il contagio si è poi, purtroppo, diffuso ad altri 16 ospiti (esiti pervenuti nella tarda serata del 16.11/2020) di cui 8 senza sintomi.
Si è ad oggi in attesa di 2 referti su altrettanti ospiti.
Si è data piena attuazione ai protocolli di emergenza per la gestione pandemica così come previsti dalla Direzione Sanitaria.
Ad oggi non si annoverano decessi per cause correlate a Covid19.
I famigliari (e/o gli amministratori di sostegno) degli ospiti interessati sono stati prontamente avvisati telefonicamente dai medici di struttura, che assieme ai responsabili restano in ogni momento a disposizione per qualsiasi informazione.
Riteniamo che, come sempre, la trasparenza verso i familiari, i parenti, e le istituzioni pubbliche competenti (Comune di Casciago, ATS Insubria) sia l’unica forma di condivisione, di aiuto e di forza per andare avanti e riuscire a debellare, rapidamente, il contagio pandemico.
Seguiranno altri aggiornamenti
Il Presidente
(Dr. Livio Landi)